slogan

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Con il contributo di tutti, col tempo abbiamo accumulato un piccolo patrimonio di frasi emblematiche utili a sintetizzare in maniera incisiva i tratti salienti della nostra concezione politica.

Se ti va, puoi contribuire con ulteriori slogan: saranno aggiunti a questi insieme al tuo nome (a meno che tu preferisca di no).

Altrimenti puoi scegliere il tuo preferito: così salirà in graduatoria!
Accanto a ciascuno slogan abbiamo riportato fra parentesi il numero di preferenze esplicitate mediante commenti specifici.





                                  La nostra forza? Non voler comandare! (1)

Non pretendo di decidere io, ma esigo che si decida bene!

(parafrasando Clemenceau)
La politica è una cosa troppo seria per lasciarla ai politici di professione!

La notizia bella è che siamo il primo partito d’Italia
Quella brutta è che ancora non ce ne siamo accorti

Né questa destra, né questa sinistra, ma i nostri veri bisogni

Proiettiamo un po’ di schiva eleganza fra le pieghe del ciarpame che ci governa!

Non rassegnarti a una scelta condizionata: o scoprirai di aver sempre meno scelta!

Che la nostra rassegnazione non divenga complicità!

(Parafrasando Marilyn):
Meglio essere assolutamente ridicoli che assolutamente frustrati

Una delega in bianco è un suicidio di massa

Per una nuova primavera... una gemma pervinca!

Nessun alibi per la tua inerzia: ormai c’è Bulè!

Bulè: la casa di chi non ha voce!

Bulè: la gioia di un confronto civile

Bulè: un attrezzo per chi ha voglia di rimboccarsi le maniche

Da Bulè anche il menu è libero: prendi solo ciò che vuoi

Decidere per tutti è una cosa bellissima: non lasciamola infangare oltre!

Non centri di potere, né scambi di favori. Soltanto: decisioni migliori!

Perché foraggiare ancora chi decide contro i nostri interessi?

Siamo grandi e vaccinati, né ci servono badanti: governiamoci da soli!

Corruzione e nepotismo? Non per noi, grazie!

Mai più un Cavalier Banana legittimato dalla nostra passività

Politica è il confronto delle idee per il bene collettivo, non il gioco delle poltrone

Volontà comune, non tornaconto di una casta

Sì a una politica tra uomini liberi, no a una libertà solo per gli eletti

Contro il logorio della politica moderna... scegli “Bulè”, la voglia di decidere bene

Virtù, saggezza, buon senso: ridiamo un significato alle parole buone

Diamo una voce al “silenzio degli indignati”!

Da un’indignazione impotente a un’indignata operosità!

...profumo di pulito nelle stanze del potere!

2011: Fuga dalla casta!

Fra sinistre maldestre e destre “con destrezza”... scegli “Bulè”, la voglia di decidere bene

... perché noi... contiamo!

Basta con l’effetto Rashomon: riprendiamoci la verità
(“effetto Rashomon”)

(Non facciamo come lo scarafone in trappola:) Voliamo oltre!
(sindrome dello “scarafone nel recinto”)

Fuori dalla pentola! non lasciamoci cuocere a fuoco lento
(paradosso della “rana in pentola”)

Non paure di morti ed in congreghe
Diavoli morti con bizzarre streghe,
Ma del comun la rustica virtù
(G. Carducci)
Non spettacol di risse e a governare
Loschi affaristi o fior di lupanare,
Ma dei Comun la pristina virtù!
(Bulè)

Ma... l'Italia è "una Repubblica fondata sul lavoro"
o "una Repubblica fondata su di loro"? 5/10/12


Cambiare si può: sarà ingenuo crederci, ma è da pazzi non provarci! 
(maria somma 14/6/14)

"Meglio accendere una candela che continuare a maledire il buio!"
(da Lao Tse)
(rosa monaco 19/6/14)

"Cominciamo col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile... e all'improvviso
ci sorprenderemo a fare l'impossibile" (da Francesco d'Assisi)
(maria somma 26/7/14)


"Sappiamo quel che siamo, ma non quel che potremmo essere"
(Shakespeare)
(martina simeone 15/9/14)

"Un politico pensa alle prossime elezioni, un uomo di stato alle prossime generazioni" (James Freeman Clarke)
(vittorio amendola 19/6/16)

"Iniziare un nuovo cammino spaventa. Ma ad ogni passo che percorriamo  ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi"
(Roberto Benigni)

(luca maddaluno 20/6/16)

142 commenti:

  1. Kaptere: 

    Nel leggere il lo slogan che avete pubblicato desunto dalla grande Marilyn Monroe:
    “Meglio essere assolutamente ridicoli che assolutamente frustrati!”
    non posso che approvare appieno queste significative parole in quanto fanno riflettere e vedere con un po’ di vena satirica la situazione italiana che si sta vivendo sia in termini di governo che in termini di programmazione.

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    1. La tua approvazione non può che confortarci nel continuare a chiamare in causa quel terrore del ridicolo che pare essere la prima preoccupazione di chiunque si interessi di politica. Ma, a ben vedere, non c'è un bel po' di ridicolo in tutti gli avvi delle più grandi imprese dell'umanità? In quanti, prima che le cose andassero come sappiamo. avranno resistito alla tentazione di sbeffeggiare quel bislacco d'un Genovese che pretendeva di "buscar el Levante por el Poniente"?

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  2. La Repubblica è uno stato fondato sul lavoro?
    O la Repubblica è uno stato fondato su di loro?
    Annapaola Fasano

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  3. Da un’indignazione impotente a un’indignata operosità!
    "Politica è il confronto delle idee per il bene collettivo, non il gioco delle poltrone".
    "Sì a una politica tra uomini liberi, no a una libertà solo per gli eletti!"
    Questi sono gli slogan che più mi piacciono. Propongo il mio: "Non un gioco di potenti, ma un potente gioco contro i potenti"

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    1. Condividiamo la preferenza e apprezziamo la proposta. Semmai ti chiederemmo di elaborare una versione meno aggressiva. Così com'è l'enfasi sembra troppo centrata sul potere, che in fondo è la cosa cui teniamo di meno...

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  4. Lo slogan che propongo è “conoscere per deliberare” di Luigi Einaudi; questo è il titolo del primo scritto presente all’interno dell’opera “Prediche Inutili” del ’55-’56. Prima però di andare a spiegare più dettagliatamente perché intendo proporre questo slogan, voglio precisare ed inquadrare il contesto in cui fu scritta tale opera.
    Ci troviamo nel dopoguerra, in quel difficile periodo storico della “ricostruzione” dove vi era una mancanza di dati necessari per orientare l’impiego delle risorse provenienti dagli Alleati (piano Marshall); Einaudi era allora governatore della Banca d’Italia e potè dare impulso ad una raccolta di dati sistematica, migliorando l’apparato statistico e gli strumenti interpretativi di questi. Siamo quindi in ambito statistico-economico e proprio a questo si ricollega lo scritto sopra citato. “Conoscere per deliberare” è quindi un’esortazione da parte dello statista Einaudi a non agire “per smania di fare” ma curandosi della validità delle proposte avanzate.
    Questo è il passaggio, a mio avviso, fondamentale e di estrema attualità: “Giova deliberare senza conoscere? Al deliberare deve, invero, seguire l’azione. Si delibera se si sa di potere attuare; non ci si decide per ostentazione velleitaria infeconda. Ma alla deliberazione immatura nulla segue. Si è fatto il conto delle leggi rimaste lettera vana, perché al tentare di attuarle sorgono difficoltà che si dovevano prevedere, che erano state previste[…] Le leggi frettolose partoriscono nuove leggi intese ad emendare, a perfezionare; ma le nuove, essendo dettate dall’urgenza di rimediare a difetti propri di quelle male studiate, sono inapplicabili, se non a costo di sotterfugi, e fa d’uopo perfezionarle ancora, sicchè ben presto il tutto diventa un groviglio inestricabile, da cui nessuno cava più i piedi; e si è costretti a scegliere la via di minore resistenza, che è di non far niente e frattanto tenere adunanze e scrivere rapporti e tirare stipendi in uffici occupatissimi a pestare l’acqua nel mortaio delle riforme urgenti.”
    Avevo precedentemente citato in un altro commento le ormai famose parole di Einaudi riferendole alla conoscenza che si deve possedere per poter bene amministrare la “cosa pubblica”, quindi inserite in un contesto abbastanza generico. Volendo invece scendere più nel dettaglio, le parole di Einaudi si riferiscono ad una prassi politica che deve cambiare, egli infatti ci parla di “frettolose” emanazioni di leggi che innescano una reazione a catena distruttiva. Per invertire il processo in costruttivo egli ritiene che si debba scegliere una via più ardua, di azione e di “lotta” ai problemi, il contrario quindi del “non far niente”. In quest’ottica ritengo che lo slogan da me proposto sia attinente all'intento di Bulè di tentare una riforma della macchina amministrativa, usando la conoscenza come guida dell’azione.
    Giovanna Ferramosca

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  5. Abbiamo recepito questo ampio e circostanziato suggerimento inserendo Einaudi e il suo motto fra i "cult" di Bulè.
    Ci è parso che fosse più adatto come "cult" che come slogan, perché lo vediamo più come modello e riferimento di metodo che non come frase ad effetto da condividere emotivamente.
    Che ne pensi?

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    1. Condivido la vostra scelta di inserire Einaudi nei cult di Bulè, perché in effetti come slogan non è immediato il concetto che ho voluto intendere con ‘conoscere per deliberare’, mentre citando la figura intera dello statista come modello si ha una più chiara visione di quali debbano essere gli esempi da imitare: uomini e donne di un certi spessore morale e culturale.

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    2. Siamo contenti del tuo gradimento e, ringraziandoti per il tuo prezioso contributo, speriamo di poter collaborare ancora.

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  6. L'ideologia, l'ideologia
    malgrado tutto credo ancora che ci sia
    è il continuare ad affermare
    un pensiero e il suo perché..

    Da "Destra Sinistra" di Giorgio Gaber

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  7. Ti ringraziamo per il contributo, che riteniamo azzeccato e congruo alla problematica che vogliamo affrontare.
    Ci duole però comunicarti che, pur apprezzandone in assoluto lo spirito, non riteniamo nella fattispecie di poterlo recepire. Il nostro interesse prevalente, infatti, è di natura meramente metapolitica (riguarda cioè le regole, più che i contenuti), laddove il pur giusto richiamo al ruolo delle ideologie si situa interamente all'interno della sfera "stricto sensu" politica, Pertanto, anche se la tentazione è forte, temiamo che aggiungere questo agli altri nostri slogan rischierebbe di essere fuorviante.
    Comunque: grazie ancora e... non hai che da riprovarci!

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  8. Salve ritento con un altro slogan: "Ex pluribus unum"

    Anche se non è affatto originale e si trova scritto su tutte le banconote e monete statunitensi insieme a “In God We Trust”, questo motto, proposto da Pierre Eugene du Simitiere nel 1776 in seno al comitato che doveva decidere lo stemma statunitense, sembra a mio avviso rispecchiare in maniera puntuale lo spirito che anima Bulè, questa associazione metapolitica, per la quale, come recita l’art. 1 dello statuto: a differenza di un partito politico tradizionale, la sua finalità generale non è imporre scelte prefissate nel merito delle questioni, ma concordare le modalità ottimali per assumere le decisioni collettive; ed ancora come si legge nell’art. 9: privilegia il concetto di comunità, intesa come rete - globalmente interconnessa e localmente caratterizzata - di relazioni interpersonali significanti e di reciproco apprendimento e controllo.
    Ecco l’unico che scaturisce dalla pluralità, la decisione collettiva che trae origine - dopo un serratro e costruttivo confronto - dalla condivisione, l’indirizzo programmatico comune che nasce da un percorso partecipato.
    Questa è vera libertà! Perché, come ci ricorda Gaber (sì, cito ancora questo grande cantautore): Libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione.
    Ed è appunto la partecipazione che assicura e promuove questo movimento, libera da qualsiasi costrizioni e scevra da ogni pregiudizio nei riguardi delle convinzioni individuali, sia politiche che religiose.
    Dalla pluralità di culture, credi, estrazioni sociali ed anche nazionalità (molto attuale è oggi il problema dell’integrazione), all’unico ordinamento sociale, alla democazia vera, che garantisce ed anzi tutela le diversità, rispetta le libertà individuali, promuove il confronto delle idee, ma sempre con un unico fine: il bene collettivo ed una corretta amministrazione della res pubblica.

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  9. La tua argomentazione non fa una grinza: sei entrata appieno nella nostra filosofia.
    Rimane però il fatto che, come giustamente tu stessa hai avvertito, "e pluribus unum" è il motto, nientemeno, degli Stati Uniti! Come si fa a riproporlo come nostro?
    Bisognerebbe come minimo effettuare, che so, qualche contaminazione o ibridazione con qualcosa di diverso (magari in riferimento allo stesso concetto sotteso dai versi di Gaber). Che ne dici: ti viene in mente qualcosa?

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  10. Come ulteriore slogan io proporrei una frase detta dal celebre Cicerone, valente oratore e filosofo della politica il quale reputava l’impegno politico l’espressione più significativa della virtù umana:
    “Legum servi sumus ut liberi esse possimus”
    Siamo schiavi delle leggi, per poter essere liberi.

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  11. Bello e pertinente.
    Però, a ben vedere, l'obbedienza alle leggi non possiamo considerarla una nostra esclusiva: sarebbe come dire che tutti gli altri sono dei delinquenti.
    Riprova!

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  12. Sono Filippo Iodice uno studente del secondo anno di Urbanistica alla Federico Secondo di Napoli vorrei proporvi come slogan il titolo di un libro che ho avuto modo di leggere quest’anno. Il libro si intitola “La democrazia non abita a Gordio”. Il libro come non mai si avvicina agli argomenti trattati nel blog. Ho deciso di proporvi questo titolo perché l’archetipo del nodo gordiano di Alessandro Magno , che taglia il nodo invece di scioglierlo è tornato a esercitare un forte richiamo nella nostra repubblica. Oggi si cerca sempre la strada più veloce il problema non lo si affronta ma lo si aggira.

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  13. Tutto quel che dici è talmente interessante e pertinente che lo condividiamo appieno.
    Ma... e se provassimo una diversa lettura dell'aneddoto?
    All'avvio della sua gloriosa impresa, Alessandro viene incastrato da un manipolo di signorotti locali in un'impasse apparentemente priva di uscita: o ammetti che non hai il coraggio di cimentarti in un'antica prova che sappiamo insuperabile o ci provi e fallisci. In entrambi i casi dimostrerai che, anche se ci hai appena sconfitti in battaglia e rappresenti il futuro della storia, non sei certo uomo degno di governarci.
    Ma Alessandro ne esce fuori alla grande, spiazzandoli con un mix imprevedibile di creatività e selfconsciousness: capisce subito, in termini tecnici, che il problema non può esser risolto se non rivoluzionando il quadro dei vincoli cui da tempo tutti si erano assoggettati; e si rende conto in termini politici che nessuno troverà da ridire se lui, forte del suo potere militare, darà un chiaro segno che con questa roba è arrivata finalmente l'ora di "darci un taglio netto".
    È un po' come Indiana Jones quando incontra il guerriero locale che lo provoca a duello piroettando la scimitarra: se se ne sta al suo gioco è bell'e fritto; ma lui fa un sorrisetto ironico e con aria serafica non fa che adoprare la pistola che ha in mano...
    Fuor di metafora, anche noi cittadini vessati dalla casta siamo un po' nella situazione di Alessandro: finché ci ostineremo a ossequiare un sistema di potere di cui esitiamo a disfarci solo per via d'abitudine, resteremo sempre con le mani legate. Ma, non appena ci renderemo conto della nostra forza di maggioranza vilipesa e riusciremo a liberare la nostra capacità di innovazione per cambiare definitivamente le regole del gioco, allora potremo anche noi, come Alessandro, riconquistare il mondo!
    Tu che ne pensi?

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    1. Io credo che come altre cose della vita il problema sta nella forma in con cui si è soliti ottenere determinate cose ,Alessandro tagliando veementemente il nodo di Gordio, legenda o realtà che sia, abbia voluto dimostrare purtroppo che laddove non possono l’arguzia e l’umana resistenza può la forza. I nodi con cui abbiamo a che fare sono tenuti insieme da un insieme di interessi, spesso rappresentati da legittime istituzioni, che non permettono soluzioni violente. Chi li trancia di netto non si apre alla conquista dell'Asia, ma rischia semplicemente di ritrovarsi al punto di partenza. Oppure di realizzare risultati peggiori e meno duraturi di quelli che avrebbe potuto raggiungere dipanando la matassa con gli altri attori coinvolti. Dobbiamo insomma renderci conto che le moderne democrazie non abitano a Gordio. Purtroppo questa situazione è evidente anche nella società attuale dove sono molti i regimi che si impongono con violenza,e c’è chi è disposto a mettere in gioco la vita per contrastare un potere oppressivo, i regimi politici europei sembrano sempre più minacciati dall’interno dalla disinteresse, dalla sfiducia, da un uso anti-democratico della democrazia. Oggi come 2300 anni fa la democrazia è ha forte rischio e basterebbe una nuova presa di potere violento per sconvolgere gli ordini. Proprio mentre sembra diventata ormai un dato ovvio e indiscusso, almeno in Occidente, la democrazia sta vivendo una crisi di legittimazione sostanziale, come uno svuotamento dei suoi presupposti di senso, che ne rende incerte le prospettive. In italia diventa fondamentale superare la discordia tra i partiti per la coesione del paese. Purtroppo le discordie sono così insanabili che è difficile trovare un accordo ,è pure ironia della sorte basterebbe sciogliere i nodi della matassa invece di tagliarli.

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  14. Ribadiamo di essere pienamente d'accordo con le buone intenzioni di cui sei latore, ma di preferire, nel contempo, una lettura più creativa del noto aneddoto.
    Perché:
    - il nodo di Gordio era un problema artificale, non reale: scioglierlo non era di nessuna utilità. Non rammenta un po' quel che fanno i politici di oggi: proporre al dibattito falsi problemi, per decidere nelle segrete stanze della casta quel che conta davvero? Col suo gesto Alessandro sembra anche dire, come vorremmo tutti noi: basta con questi squallidi giochetti, pensiamo alle cose serie!
    - nell'aneddoto la vecchia politica sono i signorotti locali e quello che innova il loro decrepito sistema di potere, tirannico e oppressivo, è Alessandro: fondatore anch'egli di un impero, sì, ma ispirato ai valori democratici della Grecia contro la tradizione assolutistica dei Persiani.
    - è vero che per risolvere davvero i problemi ci vuole dedizione e pazienza; però è anche vero che noi maggioranza silenziosa di pazienza se n'è avuta fin troppa. Sbrogliare l'intricata matassa della partitocrazia imperante non sembra ormai più possibile: bisogna darci un taglio netto; non violento (anzi!), ma certamente netto e coraggioso.
    Dopodiché sarà di nuovo possibile dedicarsi con pazienza ed entusiasmo ad affrontare in modo condiviso i veri problemi che la casta sta continuando ad accumulare, più che per negligenza o incapacità, perché con le regole attuali non ha nessun interesse a farlo.
    Al di là delle buone intenzioni -su cui non si discute-, non lo credi anche tu?

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    1. Ho riflettuto sulle vostre considerazioni,che mi hanno ,come dire dato una chiave di lettura diversa del nodo gordiano. Convengo con voi nei punti appena descritti. Anche io penso che bisogna finirla di fare proposte dei falsi problemi o di problemi da proporre successivamente, come diaria parlamentari, abolizione albo notai,f35 ecc. Stiamo perdendo tempo prezioso, penso che se si entra in politica bisogna avere il coraggio di esserci e di incidere nella realtà, assumendosi le responsabilità e non stare a guardare che i nemici si ammazzino. Il nodo di Gordio rappresenta un problema artificiale costruito tra i vari signorotti locali. Il loro potere e oggi incarnato dai vari partiti, incapaci di prendere una decisione precisa per la crescita del paese. Incapaci di prendere una decisione repentina e improvvisa , una significativa e definitiva svolta in campo politico. Roma come Gordio , le decisioni dei partiti come l’ascesa di Alessandro. Ci sarebbe bisogno di un Uomo politico dotato di una particolare personalità e di un ampio seguito, capace di attuare una decisa politica riformista tagliando con le scorie del passato.
      Ora mi sorge spontaneo....un uomo basterebbe?...oppure bisogna cambiare qualcosa nel nostro sistema di governo??

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    2. La risposta che daremmo noi al tuo interrogativo pensiamo che si sia già capita: non bisogna cambiare qualcosa nel nostro sistema di governo; bisogna cambiare (quasi) tutto! Di "uomini con ampio seguito", da Mussolini a Berlusconi, ne abbiamo già visti tanti, ma non ci sembra che siano serviti a molto...
      Il problema è che in assenza di un potere forte c'è bisogno di una convinzione diffusa e una decisa motivazione. Noi stiamo provando a costruirle: ti piacerebbe aiutarci?

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    3. Le vostre reiterazioni sembrano svelare non solo una più che incoraggiante capacità di inquadrare i problemi e individuarne le soluzioni, ma anche un entusiasmo in grado di trascinare anche i più sfiduciati. Lo stesso entusiasmo che ha conosciuto l’Italia tra la metà degli Anni Cinquanta e la metà dei Sessanta, erano gli anni del boom economico … quando c’era una mentalità imprenditoriale sette giorni su sette, 24 ore al giorno, e si scommetteva sul proprio futuro... Dobbiamo ritrovare quello spirito,per stimolare i giovani a creare nuove attività, rimettere in circolo energie. L’Italia ha bisogno di credere in se stessa, non ci manca il talento e abbiamo ancora la ricchezza necessaria per investire sul futuro e tornare ad essere competitivi. Ci vuole la volontà politica ma anche quella sociale, quella dei singoli cittadini e bisogna capire dove va il mondo … Sono orgoglioso di far parte di un gruppo come “bulè” che può portare tutto questo da sogno in realtà ….

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  15. Propongo una frase del comico Steven Wright:
    " ho una vasta collezione di conchiglie, che tengo sparse per le spiagge di tutto il mondo"
    Mi piace coglierne il senso di condivisione e rispetto verso l'ambiente ed il prossimo.
    Riccardo Parmiciano

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    1. La frase è originale e intrigante. Non ci risulta tanto chiara la sua connessione coi nostri ideali. Potresti provare ad argomentarla in modo più ampio e approfondito? Grazie e a presto!

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  16. Grazie per l’ invito ad approfondire. Provo ad argomentare.
    Volendo entrare nel merito della gestione della cosa pubblica, con riferimento alla Vision, a livello intermedio provinciale, il coordinamento della gestione territoriale dovrebbe spettare a mio avviso in primo luogo ai ministeri interno ed ambiente. In linea di massima, senza approfondire l’ aspetto legislativo, il concetto di condivisione e rispetto dell’ ambiente che ho provato a comunicare citando il comico S.W. si puo’ tradurre in alcune proposte concrete:

    proposta 1: Il territorio pubblico Italiano va decisamente tutelato e non e’ in vendita. Naturalmente a fronte di manifestazione di interesse da parte di privati si, valuta caso per caso, comunque col solo scopo di apportare migliorie e maggiore fruibilita’
    Proposta 2: seguendo il modello di gestione dei parchi nazionali adoperato negli Stati Uniti, si potrebbe utilizzare l’ esercito per la gestione dei nostri parchi, cosi’ da giustificare anche il discreto schieramento di uomini armati e pronti ad una guerra che sempre in piu’ auspichiamo non avverra’. Sarebbe poi un deterrente contro bracconaggio deturpazione incendi etc.
    Il numero di visitatori/fruitori dei parchi americani, la dice lunga sulle potenzialita’ di un network virtuoso di servizi a supporto del territorio per incentivare il turismo.
    Inoltre se proprio si vuole svendere il patrimonio immobiliare e territoriale Italiano per far cassa, si puo’ pensare ad un decentramento dei corpi addetti alla gestione dei parchi in strutture a basso impatto nei parchi stessi, liberando e vendendo cosi le meno pregiate caserme piuttosto che le isole di Spargi o Budelli.
    Proposta 3. Sempre sul modello anglosassone si dovrebbe redigere un regolamento Etico? (animal welfare act) sul trattamento della flora e della fauna presenti sul nostro territorio e nei nostri mari.
    Naturalmente le mie sono proposte che andrebbero inquadrate giuridicamente e casomai inserite tra le proposte di legge, spero comunque di aver almeno in parte centrato il tema di dibattito e contribuito a creare un’ ulteriore tassello per un futuro di efficienza ed equita’
    A presto!
    Riccardo Parmiciano

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    1. Complimenti! Sei riuscito a rendere la tua proposta molto più chiara e circostanziata.
      Concordiamo sul parere che il suo spessore e la sua complessità meritino di essere verificati e approfonditi sul post "Proposte di legge": che ne dici di provare a trasferire il tutto in quella sede, dandogli la forma adatta a diventare una proposta ufficiale?

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  17. Vorrei proporre uno slogan che io e i miei amici inventammo durante una campagna elettorale per la rappresentanza universitaria....
    CAMBIARE SI PUO', E' DA ILLUSI CREDERCI..MA E' DA PAZZI NON PROVARCI!
    il nostro scopo era quello di cambiare l'università iniziando dal piccolo... penso che anche in questo caso l'idea sia di migliorare la società in cui viviamo, partendo dalla comunicazione che avviene attraverso il blog, e arrivando al grande nella speranza di cambiare questo governo del territorio che è gestito male...
    Saluti Maria Somma

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    1. Complimenti: lo slogan proposto è perfettamente in linea con la nostra filosofia. Dopo attenta riflessione ti sottoponiamo questa variante: "Cambiare si può: sarà ingenuo crederci, ma è da pazzi non provarci!"
      Se ti va bene, lo recepiamo pari pari, come al solito indicando con la data da dove viene il contributo.
      Attendiamo conferma. Grazie e a presto!

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    2. sono d'accordo su questa modifica! E sono contenta di poter dare il mio contributo al blog.
      Saluti Maria Somma

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    3. Abbiamo recepito lo slogan nel modo che vedi. Se non gradisci che il tuo nome compaia, non hai che da dirlo. Altrimenti...:
      grazie mille e a presto!

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    4. No, anzi! Gradisco che compaia il mio nome. buona domenica!

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  18. Vorrei proporre uno slogan che corrisponde ad una frase che ho ascoltato durante uno spettacolo di Paolo Rossi al teatro Bellini. " dovremmo essere un pò più popolo e un pò meno pubblico".
    Questa frase per me sintetizza il principio dell'auspicabile trasformazione tra l'ascolto passivo e la partecipazione corale attiva.
    Klarissa pica

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    1. Il concetto è impeccabile: Come adattare il testo ai ritmi di uno slogan, mantenendone l'efficacia senza incorrere in una vera e propria citazione?
      Le prime ipotesi che ci vengono sono:
      "+ popolo, - pubblico!"
      "né applausi né fischi: riprendiamoci il palcoscenico!".
      Tu che idee hai?

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    2. Sono in completa sintonia con le ipotesi proposte, forse la prima "+poppolo,- pubblico" potrebbe essere immaginato come somma algebrica:
      + popolo
      - pubblico
      =partecipazione
      Per quanto attiene al secondo è altrettanto coinvolgente.
      Sempre in linea con il primo slogan proposto, potrei suggerire "scendi dal palco, non fermarti in platea, sali sul loggione". Nel mondo della lirica il vero successo o il fallimento di una rappresentazione, oltre la critica di categoria, la sentenzia il loggione. Infatti, sebbene siano i posti meno ambiti in una stratigrafia sociale che va dal palco, giù verso la platea e su verso il loggione, è in vero la parte più attenta e veritiera della riuscita della piece teatrale o della bravura di quel tal tenore o soprano.
      Anticamente i palchi erano riservati al re, ai nobili e alla classe nobiliare, la platea ai notabili del regno, e al popolo era riservato solo il loggione. A mio giudizio, pertanto, appartengono i veri interessati appartengono al mondo del loggione perchè sono gli attenti cultori o la parte attiva, mentre nella platea e ancor di più nel palco la maggioranza delle persone è semplicemente pubblico,
      Saluti
      Klarissa Pica

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    3. 1. "+ popolo e - pubblico!" (+ popolo - pubblico = democrazia vera)?
      2. la tua dissertazione è dotta e circostanziata, ma quel che più ci preme sottolineare è che siamo stufi di fare da spettatori e vogliamo tornare a recitare (non individualmente, ma come categoria): come farlo capire?

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    4. A mio giudizio lo slogan in se racchiude una voglia di trasformare la passività del pubblico nella spinta emozionale che solo il "popolo" sa dare. Pertanto "popolo" andrebbe inteso come gruppo pulsante. Infatti ritengo che popolo stia a rappresentare una molteplicità di figure, le più eterogenee, che in una dialettica democratica si uniscono allo scopo di raggiungere un obiettivo. Pertanto partecipazione non è forse il risultato più ovvio e scontato se popolo lo si vuole far intendere nell'accezione di "gente", ma il mio significato è quello di elemento propulsivo dal basso , riconoscimento di una volontà non imposta ma sentita, quindi corale. La differenza tra pubblico e popolo riporterebbe quindi ad azione, ad una metamorfosi degli atteggiamenti, cioè "no passivo, sii attivo", sentito come un'esigenza e sprone per gli altri. Per diventare democrazia manca, a mio giudizio, il confronto, l'accettazione degli altri, la dialettica costruttiva della pacifica alternanza delle visioni anche se non condivise da tutti. Lo slogan, pertanto, potrebbe diventare per incitare ad un atto democratico:
      +popolo -pubblico=protagonisti insieme.
      Saluti
      Klarissa Pica

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    5. Dobbiamo confessare che, a risentirli dopo un bel po' di tempo, questi nostri tentativi suonano tutti piuttosto criptici. Forse perché, in ambito politico, siamo avvezzi a intendere "pubblico" come aggettivo sostantivato, nel senso di "settore pubblico"...
      A forza di ripensarci, ci sembra che una soluzione potrebbe essere quella di passare dall'astrattezza del collettivo alla concretezza del plurale; tipo: "- spettatori + cittadini = democrazia vera".
      Che te ne pare?

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    6. Rileggendo i diversi passaggi di questa costruzione ritengo che la scelta del plurale e il cambio dei sostantivi in realtà portino questo slogan ad essere più comprensibile e forse più chiaro. Probabilmente l'altro slogan, certamente più confondibile, mi sembrava maggiormente aggressivo ed era in linea con il mio carattere... pronto "all'attacco".
      Saluti
      Klarissa Pica

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    7. In definitiva, cosa suggeriresti di fare?

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  19. Salve, vorrei proporre uno slogan facendo riferimento ad una frase di Giuseppe Campos Venuti che dice "conoscere per governare", in quanto egli sostiene che la nostra è una politica fatta di "convinzioni", ma scarsa di "conoscenza".
    Pasquale Carbone

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    1. Il concetto non fa una piega, ma a nostro parere non è strettamente legato alla nostra concezione di un nuovo sistema di governo. Cioè: in teoria (ma solo in teoria, si badi bene!) un governo di "esperti" dovrebbe governar meglio di un governo di cittadini qualunque come proponiamo noi.
      In realtà anche nel nostro sistema la conoscenza approfondita delle questioni su cui decidere è ritenuta fondamentale ed è garantita:
      a) dal supporto dei general manager
      b) dall'interessamento che spingerà a ciascun rappresentante di documentarsi al meglio (le conseguenze di una decisione sbagliata ricadrebbero immediatamente su lui e i suoi cari, visto che, a differenza dei decisori attuali, non appena concluso il mandato tornerebbe a essere un cittadino qualunque).
      Ma come restituire questa peculiarità con uno slogan?
      Ti viene qualche idea?

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  20. Buongiorno sono una studentessa dell’ università di Napoli Federico II che frequenta il corso di laurea UPTA. Vorrei cimentarmi nel proporre una frase che dal mio punto di vista forse può rappresentare a pieno quello che è l’intento di questo blog .
    “E’ MEGLIO ACCENDERE UNA CANDELA PIUTTOSTO CHE MALEDIRE IL BUIO “ cit. Lao – Tze
    Ciò che voglio esprimere è che non bisogna lamentarsi ma , piuttosto, darsi da fare, non potrai forse ottenere molto, ma un po' di luce potrai farla.
    La metafora della candela centra in pieno ciò che voglio esprimere. Fin dall’antichità , quando ancora non esisteva l’energia, era uno degli strumenti utili per illuminare un luogo. Lo strumento per eccellenza, poichè, con quel poco di luce che si aveva, si riusciva a creare l’impossibile. Proprio qui che volevo arrivare, perché ,la candela potrebbe rappresentare il blog, in quanto con il suo piccolo, tramite la comunicazione e il confronto con gli altri, sta dando il via per iniziare a pensare di migliorare le cose.

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    1. Grazie per il prezioso suggerimento.
      Il concetto è giusto. Come nel caso di Marilyn, non si può fare a meno di ricorrere alla citazione. Sia per motivi di musicalità che per enfatizzare l'urgenza, proporremmo comunque questa variante:
      "Meglio accendere una candela che continuare a maledire il buio!".
      Che ne dici?

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    2. La ringrazio , sono molto d’accordo con questa piccola modifica , il termine “continuare “ esprime con chiarezza il modo con cui oggi si affronta la società . È ormai da moltissimo tempo che ci si lamenta su cosa non va bene , senza darsi da fare per cercare di poter ottenere qualcosa di migliore.

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    3. Abbiamo recepito il suggerimento nel modo che vedi. Se vuoi cambiare qualcosa, non hai che da dircelo. Altrimenti aspettiamo di risentirti con piacere!

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  21. Salve vorrei proporvi uno slogan che credo sia adeguato: ""Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere"
    (Mahatma Gandhi)
    Grazie, Cristina Tedesco

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    1. Il messaggio è quanto mai interessante e pertinente. Però, per appropriarci di uno slogan creato da altri, abbiamo due possibilità:
      - o lo peschiamo in un settore estraneo ai nostri interessi (vedi quello di Marilyn Monroe)
      - o vi apportiamo qualche cambiamento (parafrasi, inversioni, iperboli etc.) che lo attualizzi e lo renda in qualche modo originale.
      Nel tuo caso come penseresti di fare?

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  22. Potente, sintetico e suggestivo. Forse generico e apocalittico? In ogni caso la miglior risposta che potessimo attenderci da te: grazie e... complimenti.
    Siccome ci sembra che ci sia un bel materiale su cui lavorare, vogliamo provare ad approfondire insieme la proposta? Per esempio, troviamo un po' ostico in generale il ricorso a un pronome asettico come "ciò"; ma "quel" non ci sembra meglio.
    Testato su terzi ignari, ha ricevuti commenti generalmente positivi ma perplessi. Di sicuro ha il ritmo incisivo di un potente slogan "da strada": pensa a un manipolo di manifestanti che avanza scandendo a piena voce "SIAMO...... NOI......QUELCHE' SSAAARA'!!!"
    E poi comunica un convincente senso di predestinazione...
    Attendiamo con piacere le tue controdeduzioni.

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  23. Ciao a tutti, sono Marina Tavormina, ho uno slogan da proporvi:
    "L'esperienza del vecchio, i sogni del bambino, fortificano il cittadino". La forza del cambiamento si basa sull'esperienza del passato con i progetti del futuro.
    Grazie.

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    1. Il senso è corretto: il nostro movimento prova a rielaborare esperienze storiche in una sintesi ad alto contenuto immaginativo. Però la formulazione è ancora troppo generica, nel senso che a sentirla così non sembrerebbe identificare solo Bulè, ma potrebbe adattarsi a tante altre realtà. Forse basterebbe qualche ritocco per superare questo problema, ma al momento non c'è venuto in mente niente. E a te?

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  24. Propongo:
    "L'esperienza del vecchio, i sogni del bambino, fortificano il cittadino con l'aiuto di Bulè".
    Grazie per la dritta! Il suo aiuto è stato prezioso ed illuminante.
    Marina Tavormina

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    1. Il senso è molto più preciso, ma somiglia un po' troppo alla pubblicità di un lassativo!
      Forse bisognerà giocare di più sui traslati...

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  25. Salve sono uno studente della Federico II e vorrei proporvi uno slogan che leggendo i vari commenti mi è venuto in mente:
    -Siamo il futuro che creiamo:diamo voce alle nostre idee!

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    1. Se guardi poco sopra, vedrai che Cristina Tedesco ha proposto uno slogan pressoché identico nella sostanza, anche se un po' diverso nella forma.
      Avevamo suggerito un ultimo ritocco, ma ad oggi non abbiamo ricevuto repliche: perché non interagite e ci date una risposta condivisa?

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  26. Vorrei proporre uno slogan: “Noi siamo ciò che mangiamo e siamo noi stessi cibo per gli altri.” Faccio questa analogia al “cibo”, poichè possa essere un esempio diretto. Noi popolo dello Stato Italiano, senza far distinzioni tra nord e sud o razza, siamo passivi, ci si lamenta sempre di ciò che i nostri “superiori” fanno, siamo seduti a casa “protestando” sui social network e non uscendo fuori e farlo per strada. Ecco perché “siamo cibo per gli altri”, non perché siamo dei cuochi e gli altri possono assaggiare i nostri piatti, e quindi cibarsi di noi, ma perché siamo carne per i loro denti, perché obbediamo a c’ho che ci viene detto senza opporsi, e quindi diventiamo noi stessi “cibo per i nostri denti”.
    Anna Zucconi

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    1. La riflessione che proponi è indubbiamente interessante, ma lo slogan, così com'è, suona un po' truculento! Come si potrebbe ovviare?

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    2. Mi fa piacere che la riflessione sia stata di suo gradimento. Una soluzione allo slogan proposto potrebbe essere: "Non farti mangiare ma alzati e combatti." Che ne dice? Credo che sia molto motivazionale e conciso, e racchiude la mia riflessione.

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    3. Molto meglio! Ma dobbiamo riuscire ad essere più specifici: questo slogan va bene per chiunque, non solo per Bulè! Spremiamoci ancora le meningi e...

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  27. "Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile.. e all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile" pronunciava San Francesco D'assisi. Io vorrei azzardare e provare a parafrasare la citazione nel modo che segue: " Cominceremo col fare ciò che è necessario, poi ciò che sarà possibile e all'improvviso ci sorprenderemo di aver fatto ciò che poteva sembrare impossibile". Credo che lo scopo sia proprio quello di partire dal piccolo per arrivare al grande.Iniziare da ciò che è necessario, per dare il via al mutamento, ed una volta giunti in vetta iniziare a fare il possibile affinchè si vada ad innovare quello che ora risulta sbagliato. Uno slogan che dia grinta e forza a chi è animato dallo spirito di cambiamento, che possa essere chiaro e coinciso. Partiamo da valle per arrivare in vetta ed una volta giunti sù, potremmo dire di aver fatto il possibile per giungere a ciò che poteva sembrare ai nostri occhi impossibile.
    Buona serata, spero d'esser stata d'aiuto
    Maria Somma

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    1. Certo che sei stata (nuovamente!) d'aiuto. Abbiamo recepito nel modo che vedi: va bene?

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    2. certo che va bene! sono felice di aver dato nuovamente il mio contributo. Buon serata

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  28. Salve sono una studentessa del corso di laurea UPTA, vorrei proporre lo slogan : ‘’ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle ( Denis Waitley scrittore)’’. Credo che questo sia esattamente il compito di tutte le nuove generazioni che si affacciano nel mondo ed è con questo spirito che si determina il cambiamento e il progresso della società.

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    1. Lo slogan è molto adatto al tipo di impegno che promuoviamo.
      L'autore però è tutt'altro che adamantino...
      Che proponi di fare?

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    2. Non conoscevo l'autore,per caso mi sono imbattuta in questa citazione,ma mi ha spinto a riflettere sul ruolo di noi giovani in relazione al mondo di oggi,e sull'atteggiamento che dovremmo avere se vogliamo dare un nuovo al nostro futuro, e così ho pensato di proporlo come slogan su questo blog. Sul carattere e sul pensiero di chi l'ha scritto non posso quindi esprimere un giudizio, ma a prescindere da questo ritengo che lo slogan possa essere efficace ,e forse utilizzandolo andiamo proprio nel verso del cambiamento ,e cioè riuscire a cogliere le cose buone e farle nostre anche quando vengono espresse da persone lontane dal nostro modo di essere.
      Oppure in sostituzione avrei pensato di proporre:
      '' noi sappiamo ciò che siamo,ma non sappiamo ciò che possiamo essere. W. Shakespeare''

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    3. E perché no? Non è troppo "su misura", ma... col bardo si casca sempre i piedi!
      Se ci autorizzi, inseriremmo, citandoti nel modo consueto, la versione più sintetica:
      "Sappiamo quel che siamo, ma non quel che potremmo essere".

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    4. certo! Sarei felice di poter dare il mio contributo.

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  29. “Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell'amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il proprio dovere."
    Giovanni Falcone

    Ritengo che questa frase parli da sè. Esempio lampante di un messaggio diretto, coinciso, vero, che colpisce profondamente da farti rimanere senza fiato per la sua veridicità e concretezza. Elencare i valori che una società deve possedere, per vivere nel rispetto per sé stessi e verso gli altri, nel progresso, nelle credenze, nel futuro, non è semplice perché forse le cose scontate sono quelle più difficili da perseguire. Solo un uomo dall’altezza morale ed intellettuale come Giovanni Falcone poteva utilizzare parole così efficaci e semplici; la società nei suoi valori e principi si basa sull’individuo che deve compiere semplicemente il suo dovere di cittadino.

    Giorgia Cuccaro, Studentessa UPTA

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    1. Siamo pienamente d'accordo con il tuo entusiasmo, sia per i contenuti che per la fonte.
      Come slogan sembra però troppo lungo e neanche il messaggio risulta troppo funzionale alla nostra proposta, dal momento che questa non si configura come auspicio etico, bensì come progetto di riforma istituzionale.
      Però sarebbe bello poter includere Falcone tra i nostri "cult", rivendicando motivi di affinità che non siano quelli generici di un'incontestabile eccellenza morale.
      Hai qualche idea in proposito?

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    2. Ha pienamente il colto il messaggio che avevo intenzione di trasmettere e sono d’accordo di inserire Giovanni Falcone nei “cult” non come proposta ma come modello di riferimento per la sua etica, morale, passione; un vero e proprio eroe nella lotta contro la mafia. Oltre “all’incontestabile eccellenza morale”, Falcone è promotore di un “sentire” ormai perso nel tempo: la fiducia nelle istituzioni. Per poter essere attive e vere, dinamiche e concrete, la politica e le istituzioni devono agire in maniera trasparente sia, come in questo caso, nella lotta contro le organizzazioni mafiose, sia nei confronti dei cittadini nelle loro azioni di governo.

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    3. Guarda sul post "slogan" la risposta al commento di Maria Somma del 17 settembre e dacci un tuo parere.
      Restiamo in attesa

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  30. "Il mondo è una nave sulla quale siamo tutti passeggeri, non dobbiamo permettere che faccia naufragio" (Mikhail Gorbaciov)

    Non dobbiamo sentirci soli ed indifferenti verso quello che ci accade intorno, siamo parte di un insieme e ognuno di noi ha la responsabilità e il dovere di dare il proprio contributo nel verso che ritiene più opportuno.

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    1. In linea di massima andrebbe bene, ma il problema è che andrebbe ancora meglio per un movimento ecologista!
      Come possiamo rimediare?

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    2. Eventualmente si potrebbe parafrasare in '' la politica traccia la rotta della su cui siamo tutti imbarcati, non possiamo permetterci di fare naufragio ''

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    3. Così com'è appare un po' macchinoso...
      Riproviamo?

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  31. Salve, sono Carmen Cardella studentessa del corso di laurea in UPTA, vorrei proporre questa citazione di Ludovico Geymonat: " Contestate e create, non cadete dalla contestazione nello scetticismo, mettete sempre in discussione le conquiste di un'epoca dall'epoca successiva. E' bene non dimenticare mai che la storia delle idee è storia di lotte e di conquiste, di contestazioni e di creazioni. E, dunque, l'idea di contestazione e quella di creazione camminano appaiate"
    Fondamentalmente, da questa frase, si evince uno dei problemi di quest'epoca legato a coloro che prendono incarichi di rappresentanza, a coloro che dirigono ed hanno il potere e spesso sono proprio loro che non sanno con chi o con cosa hanno a che fare. Fanno annunci e proclami, ma poi si rivelano incapaci di porre rimedio alle questioni che affrontano.

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    1. Il concetto che proponi è perfettamente centrato sul nostro metodo e sui nostri programmi. Resta il problema di ridurlo alle dimensioni di uno slogan senza troppo perderne il senso. Hai qualche idea?

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  32. Parafrasando Rita Levi-Montalcini
    "pensiamo al futuro che ci aspetta ,pensiamo a quello che potremmo fare, pensiamo al futuro per non temere niente".
    Credo che il blog è questo che sta cercando di fare , ossia quello di puntare al cambiamento di questa società che non funziona bene , di rivoltarsi contro lo stile di vita abituale in modo da sperare in un futuro migliore, un futuro in cui la nuova generazione viva bene.
    Rosa Monaco N21/259

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    1. E' vero, ma questo è ciò che facciamo (o almeno dovremmo fare) tutti noi. Come rendere il messaggio più specifico?

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    2. Mi scuso per aver commentato solo ora , ma non avevo visualizzato la risposta.
      Forse non ho espresso in modo chiaro il mio pensiero , non era un input a fare qualcosa ma un affermazione , nel senso che se avessi inserito un soggetto all' interno della frase avrei reso meglio l'idea.
      " NOI pensiamo al futuro che ci aspetta, NOI pensiamo a quello che potremmo fare , NOI pensiamo al futuro per non temere niente ! "
      Questo è un modo per dire, noi ci stiamo muovendo su questa scia per cambiare le cose che non vanno , a differenza di altri che si lamentano e non fanno nulla.
      Ecco il motivo per cui pensavo fosse opportuno inserirlo come slogan.
      Cordiali saluti

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  33. Vorrei proporre uno slogan che qualche giorno fa ho trovato leggendo un articolo che diceva:
    "Non seguire il tuo sentiero:tracciane uno nuovo e lascia la tua impronta da seguire" voglio provare a proporlo nel modo che segue:"Non seguiremo il vecchio sentiero:ne tracceremo uno nuovo e lasceremo una nuova impronta da seguire."
    Penso che la frase parli da sé nel senso che ormai il presente non funziona più, c'è bisogno di nuove aspettative, di nuove idee che diano vita a qualcosa di talmente efficace che sia in grado di cambiare la nostra società. Ecco "tracciare un nuovo sentiero" è quello che il blog sta cercando di fare, e in un modo o nell'altro vuole lasciare "un' impronta" da prendere come riferimento.
    Marina Tavormina

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    1. Non tutti possono tracciare un loro sentiero: sarebbero troppi e troppo poco frequentati! E' vero che Bulè vorrebbe provarci, ma l'innovazione deve garantire progresso e ancora dobbiamo dimostrare di esserci riusciti. Temiamo che lo slogan proposto possa suonare come un'autocelebrazione.

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  34. Salve, sono una studentessa del secondo anno di Urbanistica dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, vorrei proporre uno slogan:
    IO NON VOGLIO CHE PENSIATE COME ME, VOGLIO SOLO CHE PENSIATE !
    In una società dove sembra quasi di essere dei “burattini”, credo che ci sia tanto bisogno di cambiare e cominciare ad agire con la propria testa e non con quella degli altri.

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    1. Pur somigliando un po' al nostro "non pretendo di decidere io, ma esigo che si decida bene", sembra pertinente e incisivo. Temiamo pero' che non sia sufficientemente originale, l'abbiamo gia' orecchiato da qualche altra parte... Verifica tu stessa -e, se il caso, provaci ancora!-.

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    2. Ho ben riscontrato la somiglianza con il vostro primo commento. Dunque vorrei riproporre una nuova frase:
      "La democrazia è un apostrofo rosa tra le parole vivere e libertà".
      Queste due semplici parole sono alla base della democrazia che ci permette di esprimere opinioni, di scriverle, di essere uguali dinanzi alla legge senza alcun tipo di distinzione, semplicemente è la voce del popolo..anche se spesso fatica a venir fuori .

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    3. Considerando anche la raffinatezza del riferimento a Rostand, lo slogan in sé è davvero intrigante. Anche qui però (perdona la nostra pignoleria!), c'è un po' da lavorare perché di questi tempi di "democrazia" tout court se ne riempiono la bocca cani e porci! Come fare?

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    4. Mi scuso per il ritardo. Credo che ogni cittadino debba procurarsi e conoscere tutte le informazioni necessarie per effettuare scelte consapevoli, dato che non basta solo votare (ogni tanto), ma si deve "vivere" e partecipare alla vita dello Stato costantemente.

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    5. Messa in questi termini è però un'indicazione che si adatta non solo al nostro modello, ma anche a tutti gli altri...

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  35. Salve, vorrei proporre una citazione di Charlie Chaplin: “ Non dobbiamo continuare a temere i contrasti, i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi”.
    Solitamente si teme sempre un contrasto per paura di un confronto d’idee, questo conduce all’insoddisfazione, alla ricerca continua di un qualcosa di diverso. Solo il coraggio di affrontare e di far valere le proprie idee porta a un nuovo modo di vedere le cose, al nuovo essere delle cose. Proprio come per le stelle lo scontro tra due pensatori apre nuove strade. E ‘ quello che fa bulè, fa sentire la propria voce.

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  36. Il concetto è tanto affascinante quanto pertinente, perché evidenzia uno dei tratti caratteristici del nostro metodo di lavoro: non aggirare i problemi reali per mantenere il potere navigando tra false emergenze, ma portare alla luce le contraddizioni più profonde per superarle con un approccio innovativo.
    Prima di accettare la tua proposta, resta però da risolvere un grosso problema: come slogan è maledettamente lungo! Come potremmo fare?

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  37. Magari potremmo ridurla cosi: " Non dobbiamo temere i contrasti perché perfino le stelle scontrandosi danno vita a nuovi mondi."

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    1. Che ne dici di qualcosa del tipo: "(adattando Charlie Chaplin) Perché evitare ogni scontro? Se la Terra non si fosse scontrata con un altro pianeta noi non esisteremmo" .

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    2. Ti proponiamo allora di pubblicare così: "(adattando Charlie Chaplin) Perché evitare ogni scontro? Se la Terra non si fosse scontrata con un altro pianeta noi non esisteremmo" Carmina Ferrante 18 luglio 2015.
      Facci sapere!

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    3. Così è perfetto! Sono entusiasta di poter dare il mio contributo.

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    4. Siamo entusiasti anche noi di riceverlo. Alla prossima!

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  38. Salve, sono una studentessa della facoltà di Urbanistica (UPTA) dell’ Università Federico II di Napoli.
    Vorrei proporre una citazione di Jim Morrison: “ se hai un’idea rispettala, non perché è un’idea ma perché è tua” .
    Credo che questa frase racchiude in se un principio di onestà e coerenza che, oggi, è andato perso perché è andata persa la vera natura della democrazia; il governo del popolo, fatto dal popolo, per il popolo in cui vige rispetto per se stessi e per gli altri.
    Per cercare di cambiare le cose c’è bisogno di esporsi, rispettare le proprie idee e portarle avanti fino in fondo.
    Francesca Lopardo

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  39. Il concetto è molto interessante. Bisognerebbe trovare una formula per renderne i contenuti più identificabili con il programma e gli ideali di Bulè. Al momento non ci viene nessun'idea. Tu sai suggerirci qualcosa?

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  40. Sono una studentessa del corso di laurea UPTA della Federico II di Napoli, vorrei proporre uno slogan che racchiude in sé senso di identità e di amore per il nostro Paese, sicuramente non valorizzato quanto merita: “si AMO l’Italia!” Siamo cittadini italiani, e, da singola italiana io AMO l’Italia. Purtroppo, le nefandezze e lo scempio che si compiono sono all’ordine del giorno, soprattutto riguardo alla mancanza di rispetto del territorio (vedi terra dei fuochi, o rifiuti tossici sepolti nel profondo del mar Tirreno al largo delle coste calabre), e all’occultamento delle prove e dei fatti stessi, perpetrando di fatto un secondo crimine verso il territorio e i cittadini; immagino spesso che la stessa natura, e in questo caso la nostra Terra, il nostro Paese, se avesse la facoltà di potersi rivolgere a noi persone comuni, che subiamo impassibili tutto ciò, ci farebbe un discorso molto severo: “Ciao, mi chiamo Italia. Sono un Paese nel Mediterraneo, considerato uno dei più bei Paesi del pianeta. Per molto tempo sono stato il punto di riferimento della storia, della civiltà, della moda, del design, del lusso, del cibo, della bella vita, e chissà quante cose di cui lentamente mi sono dimenticato. Ma, non siete stanchi? Non siete stufi? Quante parole buttate al vento, quante promesse mai mantenute, quanto fiato sprecato e quanta frustrazione … Io sono vecchio; quello che dovevo dimostrare l’ho dimostrato. Vi ho fornito i mari più belli, le montagne, le Alpi più invidiate, vi ho dato un terreno fertile da cui sono nati grandi vini, fonti di acque vendute in tutto il pianeta, verdura e frutta che avete esportato in ogni dove, senza calcolare i paesaggi e gli scorci che pochi altri Paesi nel mondo possono vantare. E, come se non bastasse, ho ospitato per svariati millenni monumenti, artisti, poeti e filosofi che ancora oggi vengono citata nei libri di storia in tutte le lingue del pianeta. Insomma, credo che come Paese vi ho dato tanto, forse anche troppo. Mi sa che vi ho viziato, perché ultimamente non mi sento molto amato … Come avete fatto a portarmi fino a questo punto? Vi siete anche fatti prendere in giro da un gruppo di vecchietti millantatori, che ormai non avete nemmeno più il potere di decidere chi vi rappresenta: fanno tutto loro, senza chiedervi nemmeno il permesso! Siete diventati schiavi dei vostri stessi dipendenti. Loro rubano e va tutto bene, tu sopravvivi e loro ti puniscono, perché se osi di cercare di avere una vita dignitosa, se solo credi di meritarti un lavoro, una casa o addirittura una macchina nuova, loro ti chiedono di giustificare tutto, altrimenti te la portano via e tu non puoi farci nulla. E’ arrivato il momento di riprendervi tutto ciò che io vi ho dato, a imparare ad amarlo di nuovo, a saperlo sfruttare e a ricavare ancora delle immense ricchezze. Riprendiamoci ciò che è nostro! siAMO l’Italia!!”
    Martina Botti

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    1. L'idea di un Paese vilipeso che prende la parola per incitare sdegnato i propri figli a, insieme, riprendersene cura e riappropriarsene, ribellandosi allo scippo di una casta di parassiti, ci sembra grandiosa. In fondo somiglia un po' al "l'Italia s'è desta" del nostro inno.
      Non vediamo l'ora di farne qualcosa di importante. Il problema è: come vendere questa tua bella (e ben scritta!) intuizione? Per uno slogan è troppo lunga, forse come brainstorming o work in progress? Perché non dai un'occhiata alle altre sezioni del blog e proponi tu stessa come e dove dargli lo spazio che merita?

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  41. Salve sono uno studente del corso di laurea UPTA della Facoltà di Architettura di Napoli Federico II. Vorrei proporre come slogan una citazione presa dal film “V per vendetta”, cioè: “I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero avere paura dei popoli.” In questa frase, secondo me, sono racchiusi i principi fondamentali su cui si basa Bulè. Ovvero la voglia di far sentire la proprio voce, di mettersi in gioco nel concreto, e quindi, di cambiare la situazione della classe politica attuale.

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  42. La tua proposta ha il limite che si adatta più a una fase di critica che non a una di costruzione. Però è incisiva e originale. Potresti fornirci i dati identificativi della fonte (anno, autori)?

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  43. Salve vorrei proporvi uno slogan che credo sia adeguato:
    Un politico pensa alle prossime elezioni, un uomo di stato alle prossime generazioni.
    (James Freeman Clarke).
    Vittorio Amendola

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  44. Ottimo. Originale e pertinente. Se ci autorizzi, lo inseriamo col tuo nominativo.

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  45. Certo! Sono entusiasta di poter dare il mio contributo.

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  46. Sono uno studente della Federico II , al secondo anno di Urbanistica.
    Non nascondo che prima di procedere nella mia proposta di slogan ho letto tutti quelli sopracitati. Nessuno di essi mi ha colpito particolarmente, non hanno fatto scattare quella scintilla necessaria per appiccare il fuoco della proposta.
    Ho letto varie parti del blog, e ritengo quella dedicata agli slogan una delle più interessanti, dal momento in cui tutto parte dallo slogan. Mi piace molto come è strutturato, sopratutto la relazione che si viene a creare tra chi commenta e chi gestisce il blog, come due amici che discutono tranquillamente di politica cercando di proporre la propria idea. Quest'ultima spaventa un po' tutti, almeno al sottoscritto. Seppur resti un opinione, quando si parla di politica , per chi come me ne capisce poco, il rischio di cadere nel banale è altissimo. Di una cosa sono certo, e non credo di essere l'unico: l'Italia ha bisogno di una rifondazione. Tutti dicono di essere pronti per questa rifondazione che risolverebbe tutti i problemi che affliggono il nostro paese, ma la verità è che sono tutti spaventati poichè sappiamo quello che lasciamo ma non sappiamo quello che troviamo (anche se più nera della mezzanotte non può venire). Da qui la mia proposta di slogan:
    "Iniziare un nuovo cammino spaventa. Ma ad ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi" Roberto Benigni

    Luca Maddaluno

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    1. La massima non è nuova, ma non c'era ancora stata segnalata; per cui la recepiamo senz'altro.
      E non ti far fregare dal pregiudizio che di politica deve parlare solo chi se ne intende: a un politico in carriera nessuno chiede la laurea in scienze politiche; perché mai dovremmo esibirla noi, che non riceviamo nessun compenso? Quel che conta è buon senso e misura: e tu hai dimostrato di averne ben più di tanti nostri governanti.
      E' anche per questo che speriamo di avere ancora qualche tuo utile contributo!

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  47. Buongiorno, sono Giosue' Di Maro, studente del corso di laurea UPTA della Federico II dopo aver letto tutti i vostri slogan (il mio preferito è:"La nostra forza? Non voler comandare!") e un buona parte di commenti ho deciso di contribuire anche io.
    Il mio slogan è:"Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente." (Rita Levi Montalcini)
    E' un incoraggiamento per noi giovani a guardare avanti e cambiare l'attuale situazione in quanto siamo in grado di farlo, ma solo se ci crediamo realmente.

    Giosue' Di Maro

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    1. Grazie per la preferenza espressa: dal momento che la possibilità di variare la sequenza in base alla gerarchia di gradimento è stata introdotta di recente, avrai la soddisfazione di vedere lo slogan prediletto balzare direttamente al primo posto!
      Anche la frase della Montalcini, per quanto un po' generica, non è affatto male: sapresti dircene qualcosa di più (tipo: se è scritta da qualche parte, se l'ha detta in qualche particolare occasione, a quando risale etc.). Grazie ancora e a presto!

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    2. Grazie per la preferenza espressa: dal momento che la possibilità di variare la sequenza in base alla gerarchia di gradimento è stata introdotta di recente, avrai la soddisfazione di vedere lo slogan prediletto balzare direttamente al primo posto!
      Anche la frase della Montalcini, per quanto un po' generica, non è affatto male: sapresti dircene qualcosa di più (tipo: se è scritta da qualche parte, se l'ha detta in qualche particolare occasione, a quando risale etc.). Grazie ancora e a presto!

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    3. Grazie per la preferenza espressa: dal momento che la possibilità di variare la sequenza in base alla gerarchia di gradimento è stata introdotta di recente, avrai la soddisfazione di vedere lo slogan prediletto balzare direttamente al primo posto!
      Anche la frase della Montalcini, per quanto un po' generica, non è affatto male: sapresti dircene qualcosa di più (tipo: se è scritta da qualche parte, se l'ha detta in qualche particolare occasione, a quando risale etc.). Grazie ancora e a presto!

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  48. Salve sono uno studente del corso UPTA dell'università Federico II e volevo contribuire anche io inserendo un possibile slogan ripreso da una frase di una canzone di Madonna: "se non prendi una scelta, e se non usi la tua voce, qualcun altro lo farà al posto tuo" (If you don't make the choice, and you don't use your voice someone else will speak for you instead).
    Io penso che questa frase rispecchi molto lo spirito di bulè presentato nella vision in quanto sprona le persone ad agire, a non avere un atteggiamento di mera passività e a dire ciò che si pensa.

    Giacomo Tavilla

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    1. Il suggerimento è pertinente. Però, ad esser pignoli, noi sosteniamo che qualcun altro lo sta "già" facendo al posto nostro. Come potremmo adattare la frase di Madonna per renderla meglio aderente all'uopo?

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  49. Sono uno studente iscritto al secondo anno di Urbanistica alla Federico II.
    Vorrei soffermare la mia attenzione sull'importanza dell'agire e di come, in qualsiasi momento della nostra vita non sia mai troppo tardi per dare una svolta a questa sorta di status-quo in cui siamo costretti a vivere.
    Per rendere meglio la mia idea vorrei citare il simbolo della lotta, colui che non si è arreso mai ed è morto per ciò che credeva: Martin Luther King.
    "E' sempre il momento giusto per fare ciò che è giusto"
    Nicola Boemio

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    1. Buono, anche se un po' troppo generico.
      Però ha il pregio di colpire quello che riteniamo il nostro principale nemico: l'inerzia.
      Se ci fornisci qualche precisazione sulla fonte, saremmo orientati a pubblicarlo, ovviamente previo tuo assenso.

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  50. Salve, leggendo nelle varie sezioni del blog, ho deciso di soffermarmi in questa dello slogan, in quanto ritengo che sia necessario un buono slogan, comunicativo ed immediato... lo spirito di Bulè da quanto ho potuto comprendere nel leggere tra le varie sezioni, sprona a non tirarsi indietro, ad agire in prima persona,in un confronto civile... con questo vorrei proporre una frase di Mahatma Gandhi, che con le sue azioni ha ispirato movimenti in difesa dei diritti civili. "Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo".

    Questa è la frase perfetta per esprimere il mio pensiero, in quanto nel nostro paese siamo portati a parlare e criticare, ma raramente ci mettiamo in gioco al 100%.

    Rosa Ambrosio,frequentante il secondo anno di Urbanistica.

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    1. Niente male, anche se fin troppo generica...
      Dal momento che, come sottolinei giustamente, ha un'utilissima valenza di sprone all'impegno fattivo, saremmo comunque orientati a recepirla. Oltre a fornirci il tuo consenso a tal fine, sapresti fornircene le coordinate essenziali?

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  51. Salve, vorrei proporre un nuovo slogan: “La democrazia è il governo del popolo, dal popolo, per il popolo.” di Braham Lincoln. In quanto secondo me, in poche parole riesce ad essere diretto, chiaro e conciso e rappresenta lo spirito di Bulè.

    Luciana Esposito

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    1. Un pelino generico, ma pertinente. Se ci autorizzi lo inseriamo a tuo nome.

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    2. Certo, sono entusiasta di aver dato il mio contributo. Alla prossima!

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  52. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  53. Buon pomeriggio, sono uno studente della facoltà UPTA della Federico II di Napoli.
    Dopo aver commentato il vostro "Manifesto", vorrei proporre uno slogan "provocatorio":
    "I cittadini contano solo il giorno delle elezioni" (Jean Jacques Rousseau).

    Questo slogan credo rappresenti lo spirito di bulè e la volontà concreta di cambiare questo sistema.

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    1. E' effettivamente centrato; però è uno slogan "in negativo"... Come fare per renderlo omogeneo agli altri?

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  54. Salve, vorrei proporre come slogan una frase estrapolata da una citazione di Piero Calamandrei : "...Che il popolo senta le leggi dello Stato come le sue leggi, come scaturite dalla sua coscienza."
    Ho scelto di proporre soltanto questa frase perché credo che sia la parte più significativa da utilizzare come slogan ma mi sembra corretto riportare però anche la citazione per intero : "Che cosa vuol dire libertà, che cosa vuol dire democrazia? Vuol dire prima di tutto fiducia del popolo nelle sue leggi: che il popolo senta le leggi dello Stato come le sue leggi, come scaturite dalla sua coscienza, non come imposte dall’alto."
    La citazione mi sembra in perfetto accordo con l'ideologia di bulè, questo perché lo stesso autore, Calamandrei, oltre che avvocato e scrittore fu anche un uomo politico sostenitore della fede nella democrazia e nella giustizia sociale .
    Ho Trovato pertinente la citazione soprattutto dopo aver letto un vostro commento in cui sostenute che il vostro movimento sia assolutamente diverso da tutti gli altri in quanto non punta a conquistare il potere per imporre le proprie scelte politiche, ma punta a creare delle condizioni ottimali affinché chi è al potere possa prendere delle decisioni giuste che rispettano l'interesse ed il benessere del popolo. Entrambi questi due pensieri quindi sostengono l'idea di un intervento da parte dello Stato che non sia fondato su scelte egoistiche che vanno solo a favore di chi le leggi le fa, ma anzi che tenga conto del benessere del popolo al punto tale che i cittadini sentano le leggi come se fossero state pensate non da politici egoisti ma da persone che prima di essere politici sono sopratutto cittadini.

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    1. Hai ben interpretato gli ideali che ci animano. Quanto allo slogan, ti chiederemmo di precisare la forma in cui vorresti restituirlo, in modo da verificarne gli esiti. Grazie e a presto!

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  55. Buon giorno. Dopo un’attenta lettura delle varie sezioni del blog, consigliato dal professor Vignozzi, ho deciso di contribuire, nel mio piccolo, con uno slogan. La mia proposta è “Se non ora, quando?” riprendendo, in primis, il titolo del romanzo di Primo Levi, nel quale racconta il viaggio di una banda di partigiani, uomini e donne che, stanchi ma determinati, partecipano a modo loro, e con i mezzi che hanno, alla guerra, con lo scopo di dare fastidio ai tedeschi e sopravvivere al freddo, all’inedia, alla solitudine.
    Questo slogan è anche stato adottato da un movimento di donne indipendenti del mondo della politica, dei sindacati, dello spettacolo, del giornalismo, della scuola e di tutte le professioni che chiedono la difesa del valore della dignità femminile.
    Penso che la mia proposta di slogan sia inerente allo spirito di Bulè che rende protagonisti noi, gente comune, e ci invita ad alzare la testa e lottare per i nostri diritti, ad uscire dal velo dell’omertà che da anni ci siamo cuciti addosso lasciando che altri prendessero decisioni senza reclamare i nostri bisogni. Ed è proprio perché siamo stanchi delle continue ingiustizie, che deve instaurarsi in noi la stessa determinazione dei personaggi raccontanti nel romanzo.
    Spero di esservi stata d’aiuto.
    Michela Migliaro.

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    1. Lo slogan in sé è quanto mai azzeccato ed efficace. Il problema è semmai che risulta già fin troppo legato a precedenti esperienze evolutive. Come si potrebbe ovviare a quest'inconveniente?

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  56. Salve, sono una studentessa della facoltà di Urbanistica della Federico II. Ho trovato interessante leggere questi diversi slogan che ho interpretato un po' come "sfogo" per il Governo di oggi. A tal proposito vorrei citare anch'io una frase "provocatoria" dell'attore francese Guy Bedos, il quale afferma che "non ci sono solo dei farabutti al governo. Bisogna essere obiettivi. Ci sono anche degli incompetenti".
    Da qui parte un mio pensiero in quanto credo che noi italiani non abbiamo un vero governo che ci rappresenti, o meglio, coloro che dovrebbero rappresentarci pensano solo al loro personale interesse.
    Quindi personalmente vedo in questo blog la volontà di creare qualcosa affinchè un domani le cose possano cambiare.

    Ilaria Bergamasco

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    1. La battuta di Bedos è senz'altro esilarante. D'altronde noi pure rivendichiamo la necessità che le principali decisioni non siano affidate ai soli specialisti... Forse l'impasse è superabile, ma vorremmo capire meglio come. Puoi aiutarci?

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  57. Salve, vorrei proporre come slogan: "Non vorrei essere uno schiavo, ma non vorrei neanche essere un padrone. Questo esprime la mia idea di democrazia."
    -Abraham Lincoln.
    In quanto trovo questo pensiero molto interessante, diretto e conforme a rappresentare lo spirito di Bulè.

    Serena Scarano.

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    1. Il concetto va benissimo. Resta ambigua la parola "padrone", che ha connotazioni positive non meno che negative. Risalendo all'originale, saresti in grado di escogitare un termine meno equivoco?

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  58. “Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l'indifferenza dei buoni.”
    (Martin Luther king)

    E’ una frase che testimonia, a mio avviso, il senso di ogni lotta sociale per qualsiasi diritto. i buoni sono coloro che rendono produttiva una nazione su cui si basa qualsiasi processo evolutivo sociale. Nessun politico o uomo di potere concederà qualcosa se tu non la chiedi, e se non la ottieni è necessario lottare per averla. Ma quando in qualsiasi individuo subentra l' indifferenza è finita. Propongo questo slogan in quanto rappresenta a pieno la situazione odierna in Italia, dove “sfuggire” è molto più facile che “ agire” .

    Lucia Graziano

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    1. Molto pertinente, ancorché generico. Ma soprattutto ci perplette il rischio di un autogol. Tu che ne pensi?

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  59. Salve, vorrei proporre questo slogan :“ Le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano”(Martin Luther King).

    Io penso che questa citazione possa essere efficace nell’esprimere lo spirito di bulè, in quanto incita ad agire e ad esprimere le proprie idee. Restare in silenzio implica subire, e subire a sua volta condiziona uno stato di sudditanza. Il cittadino al contrario è titolare di diritti e soggetto di decisioni ,per cui lo slogan proposto può essere interpretato come un input contro la passività del popolo.

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  60. Ok, ma bisognerebbe escogitare qualcosa per restituirlo in modo meno generico: a te la palla!

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  61. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  62. Salve, mi è stata consigliata la lettura di questo blog. Leggendo attentamente ho trovato molto interessante soprattutto la sezione slogan.
    Mi ha colpito moltissimo il pensiero che vuole trasmettere, sulla "volontà" di costruire un futuro più efficiente.
    Volevo dare il mio contributo proponendovi tale citazione: "Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore."
    Tratta dal discorso di Steve Jobs che fece agli studenti delle Stanford University nel 2005.

    Penso che questa frase possa esprimere in pieno quello che è il pensiero di Bulè, in quanto rafforza lo spirito di indipendenza, senza lasciarsi condizionare e lasciando emergere il nostro buon senso.

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    1. Corretto e pertinente, ma, come in altri casi, servirebbe qualche piccolo aggiustamento per renderla più aderente alle nostre finalità. Hai qualche idea?

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